Abstract: Macrohomotoma gladiata ha invaso Ficus spp. a Bari a partire dall'estate 2013, infestando intensamente molte piante degli alberi della città. La presenza del fitomotoma si manifesta con gravi deformazioni degli apici vegetativi, che vengono imbrattati con grandi secrezioni fioccose di cera bianca. Durante la primavera-estate del 2014, abbiamo osservato su Ficus urbani numerosi individui di Zelus renardii che predavano adulti di Macrohomotoma gladiata. In questa situazione di campo, circa un attacco su quattro ha avuto successo. Il predatore sembrava particolarmente interessato agli adulti di M. gladiata sui rametti e sulle foglie delle piante ospiti. Cinque femmine di Zelus, allevate individualmente in piccole scatole di metacrilato cristallino (10x10x5 cm) (circa 25°C, 60% UR), hanno consumato fino a 14 M. gladiata al giorno, deponendo circa venti uova ogni dieci giorni. I giovani si schiudevano regolarmente dalle uova e mostravano una spiccata attitudine al cannibalismo, condivisa anche dalle madri. L'allevamento è stato sospeso dopo aver ottenuto due deposizioni da ciascuna femmina e aver verificato che la specie si è ben adattata ai piccoli contenitori di allevamento. Questo predatore esotico introdotto accidentalmente in Italia si è acclimatato bene. Potrebbe essere facilmente allevato in massa per essere utilizzato in programmi di controllo biologico o come componente di controllo biologico in strategie di controllo integrato (IPM) anche contro parassiti in ambienti urbani.
Lo psillide Macrohomotoma gladiata è oggetto di attenzione sia per la sua recente introduzione sia per l’attitudine invasiva (Griffo et al., 2012; Mifsud & Porcelli, 2012; Pedata et al., 2012; Bella & Rapisarda, 2014) che dimostra su specie di Ficus oggi ampiamente utilizzate come ornalementali urbane. Il fitomizo induce raccorciamento degli internodi e accartocciamenti foliari degli apici vegetativi che vengono trasformati in rifugi per gli stadi giovanili. Gli apici infestati si individuano immeditamente per l’abbondante secrezione di cera fioccosa che rende facilmente percepibile la presenza del fitofago e deturpa le piante. Le ninfe dell’ultima età abbandonano tali rifugi per esuviare e lasciano l’ultima cuticola aderente alla pagina inferiore delle foglie. A giugno 2015 abbiamo notato sui Ficus infestati da M. gladiata numerosi adulti di un reduvide, identificato come Zelus renardii (Kolenati 1857) secondo Hart (1986), predare gli adulti e le ninfe della psilla. Sulle stesse piante abbiamo raccolto diverse ovature riferibili al predatore. Gia le osservazioni in campo mostravano che molti (10-12) adulti erano predati nel corso di una giornata e che per ogni attacco efficace in media tre tentativi verso individui di M. gladiata andavano a vuoto. La predazione delle ninfe è stata molto più efficace ma pochi individui sono esposti al predatore comparativamente alla popolazione totale. Nelle nostre osservazioni (Mifsud & Porcelli, 2012) avevamo notato solo Antocoridi predare ninfe, mentre Pedata et al. (2012) trovarono anche Crisopidi.
Le ovature e gli adulti catturati in campo sono stati allevati in laboratorio con adulti di M. gladiata offerti ad libitum che gli Zelus hanno predato prontamente e continuamente. Le femmine hanno deposto circa ogni settimana ovature comparabili con quelle trovate, in natura, anche su Quercus ilex (Fagaceae). Le uova si sono rivelate fertili e i giovani sono stati allevati come gli adulti, manifestando una certa mortalità e una spiccata attitudine al cannibalismo che, peraltro, si manifesta fra tutti gli stadi di questo efficente predatore recentemente introdottosi in Europa (Davranoglou, 2011; Petrakis & Moulet, 2011; Weirauch et al., 2012).
Zelus renardii (Kolenati, 1857) (Heteroptera Reduviidae): a promising predator of Macrohomotoma gladiata (Kuwayama, 1908) (Psylloidea Homotomidae) on Ficus microcarpa Hort. Berol. ex Walp. (Moraceae) ornamentals of urban greenery in Bari
Abstract: Macrohomotoma gladiata has invaded Ficus spp. in Bari since the summer of 2013, intensely infesting many plants in the city's trees. The presence of the Macrohomotoma is manifested by severe deformations of the vegetative apices, which are smeared with large, flaky secretions of white wax. During the spring-summer of 2014, we observed on urban Ficus numerous individuals of Zelus renardii preying on adults of Macrohomotoma gladiata. In such a field situation, about one in four attacks was successful. The predator seemed particularly interested in M. gladiata adults on the twigs and leaves of the host plants. Five Zelus females, individually reared in small (10x10x5 cm) crystalline methacrylate boxes (approx. 25°C, 60% RH), consumed up to 14 M. gladiata each per day, laying about twenty eggs every ten days. Juveniles regularly hatched from the eggs and showed a marked aptitude for cannibalism, also shared by their mothers. The breeding was suspended after obtaining two depositions from each female and verifying that the species was well adapted to the small breeding containers. This exotic predator accidentally introduced into Italy has acclimatised well. It could easily be mass-reared for use in biological control programmes or as a biological control component in integrated control strategies (IPM) against pests in urban environments.
The psyllid Macrohomotoma gladiata is the object of attention both for its recent introduction and for its invasive attitude (Griffo et al., 2012; Mifsud & Porcelli, 2012; Pedata et al., 2012; Bella & Rapisarda, 2014) it demonstrates on Ficus species now widely used as urban ornithozoans. The pest induces the shortening of internodes and foliar curling of vegetative apices that are transformed into refuges for juvenile stages (a). Infested tips are immediately recognisable by the abundant secretion of flaky wax that makes the presence of the pest easily perceptible and disfigures the plants (a). The late nymphs abandon these refuges to exuviate and leave the last cuticle adhering to the underside of the leaves (b).
In June 2015, we noticed on Ficus infested with M. gladiata numerous adults of a reduvid, identified as Zelus renardii (Kolenati 1857) according to Hart (1986), preying on the adults and nymphs of the psyllid. On the same plants, we collected several predator eggs. Field observations already showed that many (10-12) adults were preyed upon in a day and that an average of three unsuccessful approaches versus M. gladiata were needed for each success. Predation by nymphs was much more effective, but few individuals were exposed to the predator compared to the total population. In our observations (Mifsud & Porcelli, 2012), we only noticed Anthocoridae preying on nymphs, whereas Pedata et al. (2012) also found Chrysopidae.
Eggs and adults captured in the field were reared in the laboratory with M. gladiata adults offered ad libitum, which the Zelus preyed upon promptly and continuously. The females laid approximately 15 eggs per week, comparably with those found in the wild on Quercus ilex (Fagaceae). The eggs turned out to be fertile, and the young were reared like the adults, displaying specific mortality and a marked aptitude for cannibalism that, moreover, occurs among all stages of this efficient predator recently introduced in Europe (Davranoglou, 2011; Petrakis & Moulet, 2011; Weirauch et al., 2012).
Comments