Stato dell’arte e prospettive del controllo razionale dei vettori di Xylella fastidiosa pauca ST53 al fine di arrestare o minimizzare l’invasione del batterio
1. Premessa
a. Integrated Pest Management (IPM)
In premessa dichiaro di voler costruire e proporre una strategia IPM (Integrated Pest Management) come nella descrizione di Kogan (1998. Integrated pest management: historical perspectives and contemporary developments. Annu. Rev. Entomol. 43: 243–270) in un contesto in cui le tecnologie di difesa dagli insetti sono ben stabilizzate, ragionate, discusse, confrontate, quindi sul fronte della razionalità del controllo degli insetti attraverso una strategia di controllo integrato ci sono pochi o nessun dubbio. La razionalità nasce dall’analisi trasparente delle premesse biologiche, etologiche e ecologiche (bionomics) dell’organismo bersaglio, in questo caso le “sputacchine” vettori di Xf, e dalla stessa trasparenza nella scelta delle azioni per il loro controllo che sono determinate in funzione dell’efficacia. Dove efficacia = risultato/azione di controllo. Quindi utilizzando azioni efficaci si massimizzano i risultati positivi e si minimizzano gli effetti collaterali. Inoltre, razionalità significa misura: le scelte sono guidate in base alla quantificazione dei fattori in gioco, in funzione di soglie di intervento, di danno e dello spessore dell’intervallo d’azione che le separa. Un altro aspetto importante della trasparenza é che rende possibile al decisore spiegare le proprie scelte in funzione, per esempio, dell’efficacia o di un altro fattore e condividere quantitativamente gli aspetti anche negativi delle scelte. Lo stesso vale per i costi, nel senso più ampio del termine, associati alle scelte.
In una strategia razionale di controllo siamo sempre guidati dalla valutazione di due soglie: la soglia di danno e la soglia di intervento. Per calcolare queste soglie, che esprimono il vantaggio a compiere un’azione di controllo in rapporto allo svantaggio a non compiere quella azione, abbiamo bisogno di conoscere il numero di insetti e quali stadi sono da uccidere per minimizzare o prevenire il danno. Nel caso di vettori preferiremmo prevenire ma nel caso Xylella, dato che il batterio é sul territorio, siamo costretti a cercare solo di minimizzare.
I campionamenti ASP per flottazione e ripetuti lavaggi sono stati studiati appositamente per i vettori Xylella nei nostri ambienti e sono concepiti per essere eseguiti economicamente su larghissima scala e con dettaglio capillare al fine di prevedere tempestivamente la presenza del primo stadio di ninfa: lo stadio da controllare nella fase di controllo meccanico degli stadi giovanili. Il controllo degli stadi giovanili é cruciale per il contenimento delle trasmissioni. Infatti, gli stadi giovanili sono il nostro vero bersaglio. Diventati adulti, possiamo solo sperare in interventi preventivi e protettivi che evitino o meglio minimizzino le nuove infezioni. Naturalmente l’abbattimento delle piante infette, serbatoio del batterio é anche cruciale e, per quanto difficile, deve essere perseguito.
Un altro aspetto essenziale per l’efficacia del controllo dei vettori é che va eseguito in area sicuramente indenne: ossia ben lontano delle ultime infezioni accertate e dico infezioni non malattie. Affidarci alla ricerca dei sintomi va bene per delimitare aree e confini: il controllo del vettore va iniziato ed eseguito ben più a nord di quanto fatto finora per fare in modo che i primi, pochi adulti infettati che veramente sostengono l’invasione della Xf siano eliminati al loro primo tentativo di alimentarsi, e quindi di trasmettere, ad una pianta ancora sana.
Per una strategia IPM abbisogniamo di un assortimento di azioni di controllo appartenenti ad almeno due metodi di controllo e un coinvolgimento esteso alla gestione della coltura e alla limitazione dell’organismo dannoso/danno. Quindi controllo chimico e controllo biologico; ovvero controllo biologico e controllo fisico o simili abbinamenti fanno un controllo integrato (IPC), non una strategia di gestione integrata (IPM) che è lo quello che ci interessa.
L’IPM prevede l'impiego tutti i metodi “available” e cioè disponibili: ossia efficaci!. Questa precisazione è necessaria al fine di non utilizzare un mezzo di controllo che non controlli l’organismo bersaglio e che infligga effetti collaterali, sempre negativi. Questo, in un quadro di razionalità nel quale è possibile indicare una certa quantità di efficacia percentuale o assoluta sulla popolazione bersaglio. Questa scelta è obbligata perché logicamente nessuno spende o disperde insetticidi o altri mezzi di controllo se non hanno un risultato utile.
L’integrazione nasce dal fatto che ogni azione di controllo della strategia IPM lascia viva una certa percentuale della popolazione bersaglio, perché rispetto a quella componente la popolazione bersaglio mostra una resistenza di tipo morfologico, comportamentale o genetico. L’ azione di controllo seguente è in grado di colpire la percentuale rimasta viva con un’altra quota di mortalità cui l’organismo bersaglio non è resistente. Quindi bersagliando l’organismo dannoso con una serie di azioni di controllo con diverso meccanismo d’azione, si minimizza con successo la popolazione bersaglio perché questa si trova a dover fronteggiare dei mezzi di controllo verso i quali, di volta in volta, non ha una resistenza già acquisita o non ha delle caratteristiche che la rendono resistente. Ridotta la popolazione bersaglio al di sotto di una certa dimensione, che per quanto riguarda i vettori di Xf oggi conosciamo (Fierro, et al., 2019: https://doi.org/10.1038/s41598-019-44997-4), entrano in gioco “fattori di mortalità per rarefazione” capaci di indurre un ulteriore declino della specie bersaglio.
b. Calcolo dell'efficacia delle azioni di controllo
L’efficacia totale intesa come numero di vivi totali residui deriva dal prodotto dei vivi dopo ogni azione di controllo. Quindi se la prima azione di controllo uccide il 90% della popolazione, lasciando vivo il 10% e cioè lo 0,1 e la seconda azione uccide ugualmente il 90% degli individui lasciando vivo sempre lo 0,1, la mortalità totale dei due interventi concatenati sarà pari al prodotto 0,1 x 0,1= 0,01. Si ottengono facilmente delle percentuali di mortalità complessive interessanti, ed in questo consiste l’integrazione, irraggiungibile dai singoli componenti. Queste premesse giustificano razionalmente l’uso di una strategia IPM. Naturalmente si comprende qui la necessità di campionare le popolazioni bersaglio prima (ex ante), per dimensionare l’intensità dei fattori di controllo nella prospettiva di ridurre la popolazione ai livelli richiesti, e poi (ex post) per verificare il raggiungimento del risultato atteso.
c. IPM in conduzione convenzionale e IPM in Organic
L'IPM è attuabile sia in conduzione convenzionale, e cioè con il contributo di formulati e concimi anche di sintesi, sia in conduzione BIO, quest’ultima modalità è anche definita “Organic”. Faccio presente che in tutti i casi si vogliono utilizzare i vantaggi derivanti dalla concatenazione e dall’integrazione delle azioni di controllo.
Nel caso del controllo dei vettori di Xf, una strategia di controllo esclusivamente biologica e non integrata, non può avere successo perché è intrinseco nel controllo biologico il raggiungimento di un equilibrio fra mezzo di controllo biologico, che agisce in quanto vivente (predatore, parassitoide o patogeno degli insetti) e la residua popolazione bersaglio. La sopravvivenza del mezzo di controllo biologico è imprescindibile da quella della popolazione bersaglio che, nel caso specifico dei vettori di Xf, avrebbe di sopravvivenza della popolazione sicuramente molto al di sopra di una soglia di intervento. Quindi, se utilizzassimo un mezzo di controllo esclusivamente biologico falliremmo, sia perché i viventi restanti sarebbero troppo numerosi per garantire l’impossibilità di nuove infezioni e perfino il raggiungimento di una situazione controllata dato che l’agente di controllo biologico agirebbe dopo la trasmissione operata dai vettori. Infine, il nemico naturale ha efficacia che molto bassa e mal temporizzata per l’azione tardiva nei confronti dei fenomeni di infezione dove un singolo distruttivo evento di pochi minuti è causato da un solo vettore non ancora raggiunto dall’agente di controllo biologico.
Il documento completo è scaricabile da: https://doi.org/10.5281/zenodo.7395662
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